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L'operazione filologica di Stefano Cortese consiste in un restauro delle parole che porta alla reviviscenza un testo, senza mai sostituirsi all'autore. "Le mie stagioni" è l'autobiografia in forma di diario di un uomo del sud, Carmine Forgione, di estrazione contadina e di valori tradizionali, che sì fa osservatore della propria vita allo specchio dei principali eventi del Novecento. Il taglio cosiddetto 'semicolto' del testo mostra paradossalmente una coscienza intellettuale e morale straordinaria, con slanci lirici marcatamente autoriali, che Cortese raccoglie, incrocia, leviga e sutura senza cicatrici in una narrativa omogenea. Il filologo fa un'operazione di servizio al testo, lasciando che l'autore parli liberamente di sé come uomo, come padre, come soldato, come lavoratore, e come intellettuale puro, nelle numerose meditazioni sul valore dello studio e della cultura espresse da chi, suo malgrado, non ha potuto trarle con facili opportunità, e le ha ricercate nella vita affiancandole alle contingenze della realtà quotidiana.